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MAI DIRE NET Forum: ::= PARANOIE, INCUBI, DELIRI, CONFESSIONI E ONANISMO MENTALE =::: Storie di paura
   By Albertinoz (151.35.64.159) domenica 03 settembre 2000 - 23:44

Perchè non fare un forum dove ci si raccontano le mitiche storie di paura che chiunque ha raccontato o ha sentito raccontare nelle notti buie e tempestose della propria infanzia in compagnia del gruppone di amici?
Mi sembra una buona idea...
BYE

   By Elgar (151.14.24.172) lunedì 04 settembre 2000 - 17:19

grandee albertinoz! a me piace leggerle/ascoltarle..purtroppo ne ho alcune ma di poco conto..datevi da fare voi altri! case di fantasmi, ladri di organi, vekkiette solitarie presunte streghe ki + ne ha + ne metta!

   By Logan (195.66.46.98) lunedì 04 settembre 2000 - 17:58

sì, che figata... anche se le più grandi storie di paura non riguardano fantasmi, vampiri, lupi mannari ecc... ma piuttosto quando pensi di aver messo incinta la tua ragazza!!!

   By Poncho (194.196.14.252) lunedì 04 settembre 2000 - 18:11

No grazie Logan! E un'incubo che non rivivo volentieri! :(
Cmq appoggio l'idea delle storielle di paura. :)

   By bart (207.203.85.95) martedì 05 settembre 2000 - 17:43

Mia mamma era un`esperta raccontatrice di storie di paura con le persone alloggiate nell`albergo. Il bello che lo faceva apposta per spaventare la gente inventando un sacco di particolari. Diceva per esempio che nel vecchio albergo cha avevamo c`era il fantasma e una stanza era stata murata, le pareti sanguinavano, ecc.
Queste storie per i grandi per i bambini raccontava storie tristissime per farli piangere del tipo: Il nostro gatto aveva fatto il bucato e aveva messo ad asciugare le scarpe e il vestito e un`altro gatto gliele ha rubato adesso come fa?? La sua mamma e papa sono morti, non ha nessuno. non cosi` veloce ma una storia di un ora alla fine tutti piangevano. ahahha

   By Albertinoz (151.35.64.79) venerdì 08 settembre 2000 - 19:54

Visto che non si apre un nuovo forum per le storie di paura, inizierò a raccontarne una quì...

Ambiente ideale per raccontarla: stanza con luci molto basse o spente dopo aver visto un bel film di paura e possibilmente con un bel temporale come sottofondo...
Inizia così...
...Conoscete la storia della vecchia casa disabitata che si trova proprio nel vostro paese?
E' una storia vera, l'ho sentita raccontare dalla vecchia signora che abita vicino a casa mia...
Ci abitava una famiglia composta da babbo mamma e figlia...
Accadde tutto di notte...
Quella notte la bambina, stava dormendo come sempre in compagnia del suo cane, un grosso cane nero che le si addormentava accucciato sotto il letto...
All'improvviso fu svegliata dal rumore di qualcosa che gocciolava... proveniva dal corridoio...
La bambina si chiese cosa fosse poi gridò "papà, mamma!" ma nessuno rispose...
Comunque lei non era impaurita, vicino a lei c'era il suo cane...
Allungò la mano sotto il letto e il cane rispose leccandole le dita...
Il gocciolìo però continuava insistentemente... Perchè papà e mamma non lo sentivano?
La bambina perciò decise di andare a vedere cosa fosse...
Quando arrivò nel corridoio si rese conto cosa fosse quel rumore e fu assalita dal terrore...
Appeso all'attaccapanni c'era il suo cane sgozzato e il suono che sentiva era il suo sangue che gocciolava sul pavimento...
Allora sentì una voce provenire da sotto il letto: "Sono stato dolce quando ti ho leccato la mano, bella bambina?"
"Ah, a proposito, i tuoi genitori hanno fatto la fine del cane e adesso tocca a TE!"

Ovviamente alla parola "TE!" bisogna cacciare un gran urlo e vedrete collassare i vostri amici...
L'ho provata un milione di volte e il risultato è garantito...
BYE

ps. ne aspetto altre per ampliare la mia collezione...

   By Jarni si caga sotto (213.213.37.177) lunedì 11 settembre 2000 - 23:54

Ecco una storia inventata di sana pianta proprio ora. Improvvisazione in diretta!

C'è un fiume poco lontano da qui di cui si dicono cose strane. La' dove oggi c'è l'allevamento di pesci una volta sorgeva una casa. Vi abitava una famiglia molto numerosa: padre, madre e sei figlie.
Un giorno un viaggiatore bussò alla porta, diceva di essere un pellegrino diretto a Roma e di essere stato derubato dai briganti. Chiese di poter dormire in casa per la notte. La famiglia accettò di buon grado e lo fece accomodare. Cenarono tutti insieme e il viandante si rivelò essere una persona amabile e simpatica, raccontava della sua vita nomade e intratteneva le bambine con storie divertenti.
Nel bel mezzo della notte però le sei figlie furono svegliate da degli strani tonfi. Andarono nella camera dei genitori ma essi non c'erano. Anche la stanza dello straniero era vuota. I tonfi non smettevano.
Scesero di sotto e videro una luce in cucina. La paura e l'orrore paralizzarono le sei fanciulle tanto che non riuscivano nemmeno ad urlare. Il viaggiatore impugnava una mannaia e stava macellando i genitori delle bambine! Pezzi di membra del papà giacevano per terra in un mare di sangue. La madre era scossa continuamente dai colpi potenti sferrati dall'uomo. Ad un tratto si fermò e si voltò verso le bambine. "Mi è venuta fame, volete mangiare un po' di carne con me?" Le bambine urlarono come pazze all'unisono e cominciarono a correre verso la porta.
L'uomo le seguiva con la mannaia in mano e diceva: "Ora mi è venuta molta fame, voglio altra carne!" Nella notte senza luna le bambine correvano alla cieca inseguite dall'assassino, sempre unite. Senza accorgersene si stavano dirigendo verso il fiume. La paura non le fece fermare nemmeno un attimo, nemmeno quando l'acqua cominciò ad entrare nei loro piccoli polmoni. Piano piano le urla finirono, e poco dopo anche i loro scrosci d'acqua. Benché sapessero nuotare, le sei bambine morirono affogate.
Non furono mai ritrovati i corpi. Nella casa, invece, trovarono una mannaia insanguinata e delle ossa scarnificate appartenenti a due scheletri.

   By AL (151.20.12.37) martedì 12 settembre 2000 - 11:39

SEI PAZZO?
Metti prima la faccina :C
per segnalare che il racconto non e' adatto a bambini non accompagnati dai genitori....
ehehehehehe

   By Poncho (194.196.14.252) martedì 12 settembre 2000 - 14:55

:D

   By Jarni fa paura (213.213.8.222) domenica 17 settembre 2000 - 03:50

Sì, però poi non c'è gusto. Non è esilarante vedere un sacco di bambini che piangono e si fanno la pipì addosso?

...

Bèh, effettivamente no.

   By pugnodiferroinsanguinato (62.98.194.187) lunedì 24 settembre 2001 - 16:27

Tze, dilettanti!
Sentite qua...

Sulle aride montagne abitava un vecchio pastore,
sempre solo e triste. Durante la sua vita aveva avuto
pochissima compagnia, sua moglie lo aveva lasciato
da tempo e i suoi figli erano diventati dei "cittadini", e lo
avevano lasciato solo con le sue bestie, un gregge di
pecore e una decina di maiali che egli teneva liberi nel
boschetto di querce poco distante dalla sua casetta.

Tuttavia egli non era totalmente insoddisfatto della sua
vita, in quanto poteva godere delle meraviglie della
natura, guardava affascinato lo scorrere delle stagioni,
conosceva tutti i fiori, le piante e gli animali della
zona, e poi il cibo e l'acqua erano gratis e non gli
mancavano mai.

L'unico contatto che aveva col mondo civile consisteva
in una ragazza, Rossana, che passava a casa sua una
volta alla settimana per vedere se fosse in salute e per
portargli i giornali e le medicine di cui aveva bisogno.
Il vecchio pastore le era molto affezionato e la trattava
come una figlia, cercando di ricambiare le sue
gentilezze con quel poco che il suo piccolo gregge
riusciva a produrre, lana, latte, carne e simili.

Rossana era una ragazza veramente carina, alta,
bionda, occhi verdi... era stata chiesta in moglie da
molti uomini al suo paese, ma aveva sempre rifiutato,
voleva restare libera come una rondine trasportata dal
vento della primavera.
Tuttavia uno dei suoi pretendenti, Roberto, un tipo poco
affidabile col volto sfregiato da una orrenda cicatrice,
insisteva nel corteggiarla, nonostante avesse
ricevuto un netto rifiuto.
Vedendo i suoi sforzi frustrati, egli le lanciò una
terribile maledizione vendendo la propria anima alle
forze del male...

Un giorno Rossana si dirigeva come sempre verso la
casetta del vecchio pastore con un cestino in vimini che
conteneva i giornali della settimana.
Era appena piovuto, e l'aria fresca veniva accolta con
piacere dal suo splendido, luminoso viso.
Ad un certo punto lo sguardo di Rossana venne attratto
da una figura umana che gesticolava verso di lei dal
limitare del bosco...
Ella si avvicinò per vedere meglio e riconobbe il vecchio
pastore, che le faceva cenno di seguirla, per poi
inoltrarsi nel fitto degli alberi.
Rossana lo seguì ma, per quanto aumentasse il
passo non riusciva a raggiungerlo.
"Aspettatemi, signore, non correte!" gridò Rossana, ma
il vecchio pareva non averla sentita, e continuò a
camminare velocemente verso il centro del bosco, fino
a che sparì nell'oscurità, fra le querce secolari...
Rossana si trovò sola in mezzo alla foresta, con il
cestino dei giornali sottobraccio, l'oscurità che la
circondava come un mantello di tessuto nero.

Vistasi sola, Rossana cercò di tornare sui suoi passi,
ma per quanti sforzi facesse non riusciva a ritrovare la
strada da dove era venuta... sembrava quasi che gli
alberi cambiassero posizione per bloccarle la strada,
in un perverso, crudele gioco destinato a concludersi
tragicamente.
Ormai a sera inoltrata, Rossana decise di arrendersi e
di trascorrere la notte nella foresta, l'indomani mattina
la luce del sole l'avrebbe sicuramente guidata verso
l'esterno.
Si sedette ai piedi di una quercia e accese una candela
che aveva con sè, per poi coprirsi con uno scialle di
lana regalatogli dal suo amico pastore, e si
addormentò infreddolita.

Nel cuore della notte, Rossana si svegliò di
soprassalto, aveva sentito un rumore... sollevò la
candela e la flebile fiammella bianca illuminò la foresta
davanti a sè... decine di occhi luminescenti la
guardavano con interesse, spostandosi a destra e a
sinistra, i fruscìi delle foglie per terra e i grugniti acuti
dei maiali l'avevano destata dal sonno.
Rossana si sollevò spaventata da terra, appoggiandosi
alla quercia sotto la quale si era addormentata, mentre
i bagliori rossastri si gettarono velocemente su di lei, in
una cacofonia di strilli e urla disumane...

Il vecchio pastore aspettò e aspettò, ma Rossana non
arrivava... temendo che le fosse successo qualcosa,
egli decise di scendere in paese a cercarla, ma dopo
aver percorso poche decine di metri i suoi occhi esperti
notarono per terra delle piccole impronte di piedi umani
che si dirigevano verso la foresta.
Incuriosito, il vecchio le seguì fino al centro
della foresta, scostando la vegetazione che
continuamente gli intralciava il cammino.
Ad un certo punto arrivò a una radura, i suoi maiali
giacevano al centro di essa, rotolandosi nel fango
provocato dalla pioggia del giorno precedente.
Vicino a una quercia poco distante giaceva il cestino di
Rossana, i giornali strappati e macchiati di sangue...

Il povero, vecchio pastore venne ritrovato impiccato
davanti alla porta della sua casetta, il suo corpo ridotto
a brandelli dagli avvoltoi e, quasi contemporaneamente
Roberto, il pretendente di Rossana, scomparve dal
paese.
La polizia trovò, dentro casa sua, il cadavere di un
orrendo maiale con una cicatrice sul muso...


Forse ci sono un pò troppi stereotipi delle storie di
paura, ma meglio di così non posso fare... che ne dite?
:( :( :(

   By Liño (213.45.244.214) martedì 25 settembre 2001 - 01:02

PDF... lo leggerò appena possibile, dannazione non puoi essere un po' più stringato o siamo ancora al solito copia&incolla...
A presto.

   By Pugnodiferro (62.98.229.120) martedì 25 settembre 2001 - 01:06

No, macchè copiaincolla, ho improvvisato, veramente!

   By Liño (213.45.244.214) martedì 25 settembre 2001 - 01:59

Però... vorrà dire che lo leggerò. ;-)

   By Ramonez (151.29.5.56) martedì 25 settembre 2001 - 02:17

Grazie PDF, ora non riuscirò a dormire:-O

   By Pugnodiferro (62.98.191.28) mercoledì 26 settembre 2001 - 04:25

Sono sveglio nel cuore della notte, non riesco a
prender sonno, vediamo un pò se riesco a
improvvisarne un'altra...

Mario faceva il tassista in una grande città, un lavoro
impegnativo ma che gli permetteva di vivere con
dignità.
Gli orari notturni erano temuti dai suoi colleghi per via
dei continui assalti da parte dei criminali, ma Mario era
un tipo coraggioso.
Oltretutto era anche solo al mondo, non aveva nessuno
a cui badare, dunque niente gli impediva di correre
qualche rischio ogni tanto.
A dire la verità, Mario amava il rischio.

Una sera di Natale, verso le 23, egli ricevette una
chiamata, un cliente lo attendeva presso la stazione
centrale delle ferrovie.
Mario raggiunse la stazione e accostò di lato: una
figura scura si avvicinò lentamente al taxy, aprì la
portiera e si infilò faticosamente nell'abitacolo,
accomodandosi sul sedile posteriore.
Era una donna anziana dalla schiena curva, il volto
rugoso e grigiastro si intravedeva a fatica fra le pieghe
di un fazzoletto che ella teneva semichiuso,
annodato strettamente sotto il mento, alla moda delle
paesane.
Portava con sè un bastone e un involto di stoffa.
Il bastone insospettì Mario, ma dopotutto si trattava di
una innocua vecchietta.
"Dove la porto, signora?" domandò Mario.
"Mi porti al quartiere alto, bravo giovine!" rispose la
donna, con una voce flebile, che sembrava venire da
lontano.
Mario, che si annoiava, attaccò subito bottone con la
donna. "Lei non è di qui, vero?" le chiese.
"No, figliolo, io manco da questa città da anni, sono
tornata per rivedere il luogo dove sono nata, tanto
tempo fa e per ritrovare i miei parenti in occasione del
Santo Natale."
"Manca da molto, signora?"
"Si, da moltissimo tempo... è cambiato tutto qui, tutte
queste luci, queste carrozze, questa gente non c'erano
quando io ero giovane..."
("Carrozze?" pensò Mario "Questa donna dev'essere
veramente vecchia!" )
"...e questi aggeggi che volano, che meravigliosa
invenzione, ai miei tempi non si sarebbe mai detto..."

Mario cominciava ad annoiarsi, ma presto raggiunsero
il quartiere alto.
La donna toccò la spalla di Mario e gli disse:
" Per favore, si fermi qui, io sono arrivata!"
"Ma signora" rispose Mario, che conosceva quella zona
del quartiere alto, devastata durante la prima guerra
mondiale
"Qui non c'è più niente da almeno ottant'anni..."
non fece tempo a finire la frase che guardò fuori dal
finestrino, stupefatto: due file di case fiancheggiavano
la strada, le decorazioni natalizie che brillavano di luci
multicolori, la gente che camminava felice per le
strade, i negozi aperti, la musica che risuonava per la
via, le risate gioiose dei bambini... stava forse
sognando?
La donna pagò la corsa e: "Addio, bravo giovine!" e
sparì all'interno di un portone illuminato a giorno, in un
vicino palazzo, accolta amichevolmente da persone
festanti.
Mario lasciò la zona perplesso.

L'indomani mattina Mario pensava ancora alla donna
della notte prima. Cercava di concentrarsi a leggere un
libro, ma era tutto inutile, il tarlo del dubbio era dentro di
lui e lo spingeva a indagare.
Mario prese il taxy e si diresse velocemente verso il
quartiere alto, nella zona dove aveva lasciato l'anziana
donna.

L'unica cosa che vide furono le rovine di un quartiere,
completamente distrutto dalle bombe durante la prima
guerra mondiale.....


Vi è piaciuta?

   By Supermaz (151.92.176.3) mercoledì 26 settembre 2001 - 11:38

uhm.. a me no ;P
questa l'ho vissuta io! :-O

3 ragazzini miei conoscenti una sera hanno voluto provare le dicerie legate alla faccenda del leggere la bibbia al contrario ecc ecc..
bene, questi 3 andarono in mezzo ad un incrocio a croce (:() poco frequentato (si parla di un paesino montano abruzzese) e si posizionarono in mezzo alla strada, verso mezzanotte, con la bibbia.

Cominciarono a leggere la bibbia all'incontrario, e non successe nulla per un bel po'.

Proprio quando si erano quasi rotti di fare quel "gioco", videro un paio di fari avvicinarsi dalla loro sinistra.
Pensando automaticamente all'arrivo di una macchina, erano già lì lì per spostarsi dal centro dell'incrocio che uno dei 3 sottolineò agli altri che le luci (che nel frattempo si avvicinavano) si muovevano in linea retta e per di più NON DALLA STRADA, bensì dal campo di una delle case adiacenti l'incrocio.

Le luci presero la bibbia, la quale andò a colpire la faccia del tipo che l'aveva letta fino a 2 minuti prima.

Io pensai che tutto ciò fosse vero perchè ho visto i 3 ragazzini (dei quali uno col sangue al naso) correre a gambe levate verso il bar (nel quale ero rinchiuso a.. ehm.. bere :D) ed erano veramente TERRORIZZATI.

   By Dirk (151.24.131.8) venerdì 28 settembre 2001 - 23:55

Un brivido mi percorse la schiena mentre ero seduto sulla panchina. Era una sensazione irrazionale di paura che la mia mente non riusciva a spiegare. Ma poi questa strana sensazione prese forma. Forma di un uomo che si avvicinava a passo lento verso di me con un sorriso stampato sulle labbra. Ma era un sorriso senza allegria. Si sedette a fianco a me. Volevo alzarmi e scappare ma le mie gambe non riuscivano a muoversi. Avrei voluto chiedere aiuto a qualcuno, ma la strada era deserta. L'uomo girò la testa verso di me e dischiuse le labbra per cominciare a parlare. Avevo un groppo in gola e sentivo che le mie paure peggiori stavano per realizzarsi...

Non perdete la prossima puntata intitolata: "Salve, non solo sono un testimone di Geova, ma vendo anche polizze assicurative!".

   By Pugnodiferro (62.98.192.76) sabato 29 settembre 2001 - 00:04

Terrificante!
Manco Stephen King sarebbe riuscito a fare di meglio!
:D

   By Metroidx (62.211.252.170) sabato 29 settembre 2001 - 12:05

:D

   By Liño (212.171.115.156) domenica 30 settembre 2001 - 01:36

Grande Dirk. ;-)

PDF, non è male la tua storia... solo un po' trita o almeno prevedibile.
Complimenti comunque perché non saprei fare di meglio. ;-)

   By Pugnodiferro (62.98.212.146) domenica 30 settembre 2001 - 01:44

L'ho detto che le mie storie sono piene di luoghi
comuni... per l'ultima mi sono ispirato a una leggenda
urbana inglese su un tizio che (probabilmente era
ubriaco fradicio) durante i suoi vagabondaggi notturni
affermava di aver avvistato nientemeno che il fantasma
di una casa rasa al suolo durante la Seconda Guerra
Mondiale!

La mia prima storia, poi, si ispira alla ben nota fiaba di
Cappuccetto Rosso (Rossana, non a caso), con
qualche modifica di base.

   By Pugnodiferro (62.98.212.146) domenica 30 settembre 2001 - 01:52

Comunque è difficile scrivere qualcosa di originale, si
rischia di uscire dal tema di base (non so se a voi
faceva paura IT di Stephen King, mi ha lasciato nella
più completa indifferenza) oppure di usare
inconsapevolmente elementi di base che
appartengono a storie ben note... ad esempio le
storie di paura di H.P. Lovecraft secondo me sono dei
veri capolavori.
Personalmente non leggo quasi mai storie di paura,
preferisco la fantascienza come genere, però lo stile di
Lovecraft è troppo interessante per ignorarlo.

   By Pugnodiferro (62.98.188.98) domenica 30 settembre 2001 - 04:04

Mi sta venendo in mente una trama passabile per
un'altra storia di paura...

*****

Quando eravamo piccoli, mio fratello, mia sorella e io
lasciavamo Berna e ci recavamo d'estate in una grande
casa di campagna vicino Vienna, ospiti di mia zia
Gertrud.
La casa era bellissima, ricordo che era molto antica, la
facciata cosparsa regolarmente di enormi finestre ad
arco acuto e di statue di animali fantastici, doccioni mi
pare si chiamassero, che noi bambini utilizzavamo
come scherzosi spauracchi durante le nostre
scorribande notturne.
C'era anche un enorme parco che circondava la villa,
dove noi passavamo la maggior parte del tempo,
giocando e rotolandoci sull'erba come gattini
spensierati.

La zia Gertrud era una donna affabile, simpatica,
sempre pronta ad accontentare i capricci di noi
marmocchi, che assai insensibilmente complicavamo
l'esistenza a una povera donna anziana palesemente
felice di essere circondata da una vociante e
perennemente festante gioventù.

Era una donna premurosa, teneva sopratutto alla
nostra salute, in particolare alla nostra alimentazione:
"Racazzi, dofete manciare molta karne ze folete
krescere!" berciava nel suo franco/tedesco che tanto ci
faceva ridere.
Lei lo sapeva e stava al gioco, facendo finta di
arrabbiarsi ogni volta e rincorrendoci per il giardino con
l'accetta per la legna, urlando: "Fi mangio! Fi mangio!"

Ricordo che in cucina era bravissima, faceva certe
bistecche alla piastra succulente, saporitissime,
veramente eccezionali. Utilizzava solo i tagli di carne di
vitella e manzo più ricercati e costosi, per noi voleva
solo il meglio, povera donna!
Una volta al mese ella ordinava per telefono la carne e
un fattorino in uniforme giungeva alla villa col
pacchetto, di solito la sera tardi, quando noi eravamo
già a dormire nel lettone grande, su, al terzo piano, e
l'indomani mattina trovavamo per colazione le fettine al
sangue, ottime come sempre.

Una sera, verso il tramonto, giunse alla villa un
ispettore di polizia da Vienna. La zia Gertrud lo fece
accomodare in salotto, si assentò un attimo per
assicurarsi che noi fossimo a letto addormentati e ci
lasciò.
In realtà noi eravamo svegli come la luna, e ci
recammo di soppiatto al piano inferiore, per spiare la
conversazione fra la zia e l'ispettore...

"Allora, frau Klein," disse l'ispettore "Come si spiega
tutto ciò?"
(evidentemente avevamo perso parte del discorso)
"Non me lo spiego, herr ispettore" rispose la zia
"Sembra tutto così strano, così illogico..."
"Senta, signora, può sembrare una coincidenza, ma il
macellaio in paese ha denunciato la sparizione di tre
fattorini negli ultimi due mesi, e questi fattorini sono
stati visti per l'ultima volta mentre si recavano per una
consegna a casa sua..."
"Cosa vuole insinuare? Come si permette!!!" strillò la
zia
"Io sono una donna rispettabile!! Vivo sola con l'unica
compagnia, d'estate, dei miei tre nipotini!!
Non la permetto, sa, non la permetto di insultarmi
così!!!"
e scoppiò a piangere.
"Signora, si calmi!" disse l'ispettore, visibilmente
imbarazzato "Non voglio accusarla di nulla, si figuri!
Speravo che lei potesse avere qualche informazione
sui fattorini, ad esempio dove potrebbero trovarsi ora..."
Visibilmente rilassata, mia zia rispose: "Herr ispettore,
sono ragazzi giovani, e qui nei pressi si trova il signor
Hüssler... ha presente sua figlia? Una così bella
ragazza!"
L'ispettore sgranò gli occhi "Bene, signora, non
aggiunga altro, indagheremo, o meglio, sorvoleremo
sul fatto!" disse l'ispettore, ammiccando, e mia zia
rispose con un risolino isterico.
Il suo sguardo era stranamente freddo, quella sera.

Quella notte non riuscivo a dormire. Mio fratello e mia
sorella russavano nei loro letti, impedendomi
ulteriormente di prendere sonno. Decisi di farmi un
giretto in giardino al chiaro di luna, come facevo
sempre quando sofrivo d'insonnia a causa degli incubi
notturni.
Mi alzai dal letto, mi rivestii e scesi le scale buie fino
al piano terra. Una debole luce proveniva dal salotto,
dove la zia era solita leggere fino a tardi. Entrai, un
candeliere era stato poggiato sul tavolo, vicino a un
libro aperto, evidentemente la zia era andata a dormire
dimenticandosi di spegnere le candele.
Lasciai il salotto e mi diressi verso l'ingresso.
La porta era socchiusa. Possibile? Eppure la zia si
ricordava sempre di chiudere tutte le porte e le
finestre... con cautela mi portai all'esterno della casa e
mi incamminai al centro del viale, dirigendomi verso il
perimetro esterno del parco.
Mi girai, la luna piena illuminava la villa, che
risplendeva biancheggiando nella notte, uno spettacolo
allo stesso tempo maestoso e inquietante.

Venni distolto dai miei pensieri da un colpo sordo che
proveniva da vicino. Mi guardai in giro, ma in un primo
momento non vidi nulla, poi notai una luce che si
intravedeva fra gli alberi.
Strisciando come un gatto, mi mossi furtivamente fino
a raggiungere un grosso albero dietro a cui
nascondermi, e vidi una scena che mi gelò il sangue
nelle vene.
La zia stava in piedi davanti a un albero, a un ramo del
quale era appeso un fagotto informe che sgocciolava a
terra un liquido indefinibile. La zia aveva in mano
l'accetta per la legna, e ogni tanto vibrava un colpo
secco al fagotto, estraendone come un pezzo di stoffa
madida che gettava immediatamente dentro una
pentola posta ai suoi piedi.
Stavo per chiamarla, ma all'improvviso capii con orrore
di cosa si trattava... con un urlo assordante fuggii a tutta
velocità verso la casa, mentre la zia Gertrud, accortasi
della mia presenza, urlava "Jacques, koza fai qui?
Monello, torna indietro, schnell!"
Mi nascosi tremante e piangente in soffitta, sotto un
cumulo di stracci che trovai per terra.

L'indomani mattina scesi le scale con timore e tentai di
sgattaiolare fuori dalla porta, ma quando ero ormai
fuori mi sentii afferrrare l'avambraccio... la zia Gertrud!!!
"Jacques! Monellaccio! Tofe zei ztato tutta la notte?" urlò
la zia.
"In soffitta! In soffitta!" risposi urlando e parandomi il
viso con gesti frenetici, aspettando che l'accetta
calasse sul mio cranio, ma non successe niente.
La zia mi guardò e si spostò ai fornelli, l'odore della
carne si spandeva nell'aria come il male che si insinua
nella mente di un'anima innocente...
Mio fratello e mia sorella erano seduti a tavola, e mi
guardavano stupefatti.
"Che hai, Jacques?" mi chiese mia sorella a bocca
piena
"Hai avuto gli incubi anche stanotte, eh? Fifone!" e si
misero a ridere entrambi.
Gustavano con bramosia le enormi fettine al sangue
che giacevano viscide sui loro piatti.
Reprimendo un conato, risposi: "Si, stanotte ho dormito
male...", mi alzai e mi sedetti al mio posto, con
un'espressione tremenda in volto.
La zia Gertrud prese la padella dal fornello e depose
sul mio piatto una porzione generosa di carne,
succosa e sfrigolante.
"Mancia la tua karne, Jacques!" mi disse la zia Gertrud,
con tono autoritario.
Deglutii a vuoto e mi sforzai di sorridere...

*****

Cazz! Mi faccio paura da solo!!!
E questa vi è piaciuta?

   By Stan (151.30.153.122) domenica 30 settembre 2001 - 19:27

PDF, l'ultima non l'ho letta, ma non puoi chiamare Mario il protagonista di un racconto horror, chiamalo Jack, o Bill, o Will, non Mario.

   By Napo (212.171.174.220) lunedì 01 ottobre 2001 - 00:00

Eh, già! Aveva ragione Guccini! Gli Americani ci fregano con la lingua: "Quella sera partimmo, John, Dean d io, sulla vecchia Pontiac del '55 del babbo di Dean e facemmo tutta una tirata da Omaha a Tucson"! Vuoi mettere rispetto a "Quella sera ci ritrovammo Mario, Giuseppe e io, Partimmo sulla vecchia 1100 del babbo di Giuseppe e facemmo tutta una tirata da Piumazzo a S.Anna Pelago". Non è la stessa cosa!. :)

   By Tepa_Sport (162.83.131.146) lunedì 01 ottobre 2001 - 02:04

E invece trovammo la morte fra le lamiere contorte...
uuuuuuuhhhhh legno ferro scongiuri..........

   By Tepa_Sport (162.83.131.146) lunedì 01 ottobre 2001 - 02:04

E invece trovammo la morte fra le lamiere contorte...

   By Stan (151.30.163.155) lunedì 01 ottobre 2001 - 18:59

uuuuuuuhhhhh legno ferro scongiuri..........

Hovintoquaccheccosa???

   By Tepa_Sport (162.83.129.73) martedì 02 ottobre 2001 - 03:05

Riprova sarai piu` fortunato!

   By Geo sabato 11 settembre 2004 - 00:33

Squeft

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