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MAI DIRE NET Forum: ::= MASSACRO POLITICO =::: Simona & simona liberate

   By Wasabi mercoledì 13 ottobre 2004 - 11:02

La convinta adesione alla associazione, ed il continuo impegno da parte di tutti nel tenere basse le
spese di gestione, ha prodotto nella nostra associazione una politica retributiva singolare.
La regola generale è che viene pagato solo il lavoro che per richiesta di continuità, impegno,
professionalità, non può essere svolto da un volontario.
Si guadagna il necessario per vivere, valorizzando con qualche piccolo aggiustamento i ruoli di
maggiore responsabilità o disagio.
Tutte le retribuzioni di Un ponte per… hanno un unico riferimento salariale: il 3° livello del contratto
commercio (1368,60 lordi mese per 40 ore settimanali). Un sistema che noi abbiamo chiamato
retribuzione piatta.
La diversificazione salariale avviene attraverso la identificazione delle risorse disponibili (per
mansione, figura o progetto) e cioè di quante ore di lavoro possono essere pagate per un certo
lavoro.
Si va quindi dai part-time classicamente intesi (20 ore) ad un full time. La categoria di "lavoro
straordinario" è sempre stata tradotta, prima di tutto da noi lavoratori di Un ponte per…, in
volontariato senza alcuna retribuzione, come contributo per la difesa di quello spirito volontaristico
all’origine della associazione.
Una stima a naso che facemmo lo scorso anno in fase di verifica organizzativa, su quanto del lavoro
profuso dai dipendenti e dai volontari venisse pagato, dava il risultato approssimativo di un 20%.
Questa stima non ha i crismi della scientificità soprattutto perché non abbiamo trovato metodi
statistici certi per poter fare questa valutazione.
E’ presente da circa un anno tra di noi un "dibattito" sulla opportunità di inserire un riconoscimento
della professionalità attraverso l’introduzione di livelli retributivi, come avviene per tutti i lavoratori.
Eccezioni a questa politica ci sono state nella selezione del personale tecnico e specializzato per
contratti temporanei, per i quali la retribuzione è stata stabilita contrattandola individualmente con il
lavoratore.

Altra eccezione, le retribuzioni del personale non inserito nell’organico dell’associazione ma
assunto da Un ponte per… per divisione di incombenze in seguito ad accordi con altre associazioni
per progetti in comune. In questo caso le regole contrattuali vengono mediate con quelle degli altri
partner.
Quando in alcuni contratti a progetto le retribuzioni sono state più alte (quelle previste dai donors), il
comportamento individuale di ognuno di noi è sempre stato quello della restituzione, con una
sottoscrizione all’associazione, della parte in eccesso rispetto la paga "normale";.
Il 7 settembre 2004 erano in forza ad Un ponte per…:

Personale locale per i progetti in Iraq

Retribuzione diversificata secondo mansioni e professionalità

Personale italiano espatriato.

Simona Torretta - capomissione
Simona Pari - capoprogetto

Full-time + 225 euro di indennità di disagio (in soldoni circa 1500 euro netti al mese
comprensivi tredicesima e fine rapporto)

Personale in Italia

Domenico – direttore settore Cooperazione –40 ore sett. (50 ore di attività effettiva
media)
Massimo – direttore Organizzativo – 20 ore (45 ore di attività effettiva media)
Adriana – amministrazione – 35 ore .(45 ore di attività effettiva media)
Paola – web mail lan – contratto 35 ore – (40 ore di attività effettiva media)
Emanuela – addetta stampa – 20 ore – (25 ore di attività effettiva media)
Marco – desk paese - 35 ore (45 ore di attività effettiva media)
Ileana – desk paese – 35 ore (40 ore di attività effettiva media)
Maria – desk paese – 30 ore (40 ore di attività effettiva media)
Stefania – desk paese – 20 ore (30 ore di attività effettiva media)
Lea – traduttrice – 6 ore (10 ore di attività effettiva media)

Personale temporaneo

Ornella – aggiornamento contenuti siti web
Paola - aggiornamento contenuti siti web

Personale volontario

Tutti gli altri, il presidente, il portavoce, i responsabili paese o settore, i volontari nelle
missioni brevi, i volontari delle tante attività (circa 50 persone) sono, come li chiamiamo
noi, volontari puri. E cioè senza nessuna retribuzione.

I lavoratori di Un ponte per…


CHI COMANDA IN UN PONTE PER…? CHI MA MANDATO LE SIMONE IN IRAQ?

Una delle carattestiche fondamentali dell’associazione è quella di legare i progetti di aiuto e cooperazione alle campagne di
sensibilizzazione e iniziative culturali cercando di inserire il tutto in un quadro politico coerente al conseguimento degli scopi statutari.

Il risultato è una organizzazione amena, che a volte sembra una azienda e a volte un disordinato collettivo, in grado di rispondere alle
esigenze di professionalità necessarie ai progetti e, nello stesso tempo, garantire autonomia e indipendenza al nostro agire.

Sopra di tutto è l’assemblea dei soci, che si svolge di norma 2 volte l’anno. E’ il momento in cui si "tirano le somme" e si fanno i
"progetti per il futuro";. L’assemblea dei soci delinea le linee politiche generali dell’associazione che saranno la base di lavoro annuale
per tutta l’associazione.

A vigilare e guidare nelle scelte operative è il Comitato Nazionale che si riunisce circa ogni 2 mesi. E’ composto dal Presidente, da
cinque volontari eletti in assemblea e dai rappresentanti dei Comitati locali.

Per tradurre tutto dalla teoria alla pratica ci sono le "aree paese" ed i "settori di intervento";.

Nelle aree paese, che nelle loro riunioni coinvolgono tutte le persone impegnate nelle varie attività, vengono verificate le linee guida
proposte, le politiche future, programmati gli interventi e i progetti, discusse le contraddizioni ecc.ecc.

Chi svolge materialmente il lavoro, si confronta e si coordina nei "settori di intervento";. Questi coinvolgono tutti i gruppi di
lavoro/progetto per ambiti di attività, in modo da rendere disponibili, a tutta l’associazione e indipendentemente dal paese di
intervento, conoscenze ed esperienze acquisite.

Alla fine gli uffici. Questi, gli unici ad avere prevalenza di persone "pagate", servono a garantire gli aspetti gestionali e organizzativi
della associazione, vitali per la sopravvivenza dell’associazione e di supporto quotidiano al lavoro dei volontari.

L’associazione è rappresentata politicamente e legalmente dal Presidente.

CHI VI PAGA?

Il bilancio dell’associazione è pubblico, quello del 2003 è consultabile sul nostro sito:
unponteper.i t/chisiamo/pagina.php?op=include&doc=bilancio#comp_entr

Il 30% proviene da donazioni di privati, il 65% da finanziamenti pubblici. La media complessiva delle donazioni di privati degli anni
precedenti è stata di circa il 50%.

Quello del 2003 è un bilancio "sbilanciato" dalla scelta di operare alcuni interventi di emergenza (potabilizzazione e distribuzione
dell’acqua) col contributo rilevante dell’Ufficio per gli Aiuti Umanitari della Commissione Europea (ECHO).

Questa scelta è stata vissuta da noi come atto di responsabilità nei confronti della popolazione irachena.

Questo tipo di interventi hanno nella programmazione delle nostre attività carattere di eccezionalità.

Rimane da noi confermata la scelta condivisa con le tante associazioni del "Tavolo di solidarietà con le popolazioni dell’Iraq" di non
accedere ai fondi Italiani per la ricostruzione dell’Iraq.

Nel dettaglio i partner istituzionali nel 2003 (...)

Il seguente link per continuare a leggere le risposte:

unponteper. i t/liberatelapace/article.php?sid=1101

   By Tyler mercoledì 13 ottobre 2004 - 20:04

il 65% da finanziamenti pubblici :(

   By Tyler mercoledì 13 ottobre 2004 - 20:23

PS: Non erano nemmeno volontarie :C

   By Tyler lunedì 07 febbraio 2005 - 14:00

Pure la giornalista del Messaggero adesso.. ma si rapiscono anche tra loro adesso? :|
Basta riscatti, plz :)

   By Tyler lunedì 07 febbraio 2005 - 14:00

Pure la giornalista del Messaggero adesso.. ma si rapiscono anche tra loro adesso? :|
Basta riscatti, plz :)

   By Aussie lunedì 07 febbraio 2005 - 18:53

Io non ho sentito niente della giornalista del messaggero.

Sei contento di avere nei tuoi paraggi il simpaticissimo DAKI?

   By Joker martedì 08 febbraio 2005 - 13:41

si ma non per fare il bastian contrario della situazione,
cosa che io non sono proprio...
nooo... forse un po..... ok lo sono.

Si ma tutti sti giornalisti rapiti...
non per dire...
ma se le cercano.

I giornalisti in missione in iraq dovrebbero essere militari oppure gente masochista pronta a morire.

e' come quei saputelli che vanno a fare le sciate fuori pista e vengono travolti dalle valange.

   By Tyler venerdì 04 marzo 2005 - 18:40

Liberata pure la Sgrena, come mai gli uomini finiscono sgozzati e le donne no? :\ E la parita' dei sessi? :(

   By F_E_D_E_R_I_C_O sabato 05 marzo 2005 - 01:06

Mmmhhh... almeno agli uomini gli americani non sparano... "per sbaglio";...

   By Tyler sabato 05 marzo 2005 - 12:11

:| Meglio sbudellarli o farli esplodere a proposito, vero? :|

   By F_E_D_E_R_I_C_O sabato 05 marzo 2005 - 12:46

Beh... facendolo affermando di farlo apertamente è militarmente più onesto, seppur esecrabile...

   By Tyler sabato 05 marzo 2005 - 15:35

Io prima di commentare seriamente aspetto che si sappia qualcosa di piu' sulla dinamica, il fatto e' che ci sono due onesti e valorosi uomini che hanno rischiato la vita (e 1 l'ha gia' persa, eroicamente) per recuperare una pedina politica, femmina, giornalista e filoterrorista. Abbiamo perso una mano per recuperare una monetina da 20c caduta (o meglio, lanciatasi) su una mina, e di cio' mi dolgo. :(

Perche' poi Baldoni e' stato sgozzato e lei no? Meditate.. ;.

   By Luna sabato 05 marzo 2005 - 16:01

a me dispiace solo per quel povero cri.sto del sismi.:(

   By Joker sabato 05 marzo 2005 - 16:55

a me dispiace solo che adesso i comunisti saranno ancora piu' anti-americani di prima.

   By F_E_D_E_R_I_C_O domenica 06 marzo 2005 - 01:57

Nonostante sia di altre vedute, concordo con Tyler per quel che riguarda l'attesa, con Luna per quel pover'uomo (da come ne han parlato, era già un ottimo agente, e l'hanno sfruttato fino all'ultimo) ed in parte forse anche con Jk, anche se non sono di destra, non sono neppure Comunista... e temo strumentalizzazioni da entrambi i lati...

   By Aussie lunedì 07 marzo 2005 - 18:03

A me dispiace enormemente per Calipari.
Chiaramente bisogna aspettare tutte le inchieste...ma che cmq si chiuderanno come "un incidente.....";.

Sono del parere che in certi momenti e luoghi,la stampa non debba/possa rivendicare il diritto all'informazione se questa rischia di mettere in pericolo una o + vite.
Senza contare il fatto che in questo modo gli ostaggi diventano "armi" per cercare di cambiare la politica estera di uno stato.
Ha ragione Joker quando dice che sono come quegli sciatori che vanno fuoripista....per poi chiamare l'elisoccorso.

Un conto è se un rapimento capita in uno stato non in guerra o relativamente tranquillo (es Generale Dozier)
Un conto se capita in Iraq dove c'è la guerriglia contro i terroristi.

   By Tyler lunedì 07 marzo 2005 - 21:24

Da dagospia alcune lettere interessanti..
Lettera 5
Gentile redazione, mi aggiungo, immagino, alla lunghissima sequela di messaggi che saranno piovuti dopo quanto successo per la liberazione della sgrena.
quello che personalmente mi ha dato più fastidio è il senso di ipocrisia generale e in particolare dei "compagni radicalshick";. Questi signori prima accorrono in Iraq per documentare "veramente" come stanno le cose e quando poi i loro "amichetti", fregandosene di marce e appelli, li rapiscono cercano aiuto nello stato e nelle sue strutture. E lo stato che fa, o meglio che cosa e' costretto a fare, mette in moto i "servizi", che con stupore apprendiamo essere i migliori nell'area, e poi paga. troppo comodo!
Vuoi fare la giornalista di parte, vai in trincea e allora devi accettare i rischi e non "dopo" chiedere aiuto "a papà";.
------


Lettera 16
Caro Dago, la guerra fa schifo, su questo non v'è il minimo dubbio. Purtroppo, però, in Italia c'è gente che ragiona in maniera tale da farci pensare che in fondo, la guerra stessa sia un male necessario.

Da quando è tornata in Italia la giornalista del Manifesto, se ne sono sentite di tutti i colori: il padre che non se la sente di condannare i rapitori (ma fino alla liberazione non era quello che piangeva implorando lo Stato Italiano di aiutarlo? Se pensa oggi che i rapitori potessero avere buoni motivi per fare ciò che fanno, perchè non l'ha detto anche allora?), il compagno che ipotizza complotti segreti, Diliberto che parla di "agguato premeditato";. Una delle due Simone, ospite di Fabio Fazio, ricorda di colpo che anche lei era stata minacciata dagli USA e afferma che gli Iracheni stavano meglio quando erano un popolo oppresso senza libertà. Lilli Gruber da Gad Lerner ritiene impensabile collegare la morte del povero Calipari al rapimento della Sgrena.

Di fronte a enormità di questo tipo mi viene da pensare che la guerra sia un male necessario a liberarci (in senso figurato) da gente che fa dell'idealismo gratuito e tout-court, la propria ragione di vita. Lo stato Italiano ha scelto la via della negoziazione con i rapitori a differenza di quanto fatto da USA e Gran Bretagna che, pure dispiacendosene, lasciano che i loro connazionali vengano sgozzati di fronte ad una telecamera. In Italia questo non basta. I francesi non riescono a cavarcene un ragno dal buco dimostrando quanto buona è l'azione dei nostri servizi segreti. In Italia questo non basta.

E' indispensabile tirare in ballo complotti e misteri perdendo, ancora una volta, una buona occasione per starsene zitti. La Sgrena stessa ci dice che i suoi rapitori, gente per bene ma talmente sfortunata che ha dovuto inventarsi il mestiere del rapitore per vivere da quando non c'è più Saddam Hussein, le hanno comunicato che gli USA la volevano morta per le informazioni di cui era venuta in possesso. Come non credere loro? Aggiunge che la loro auto è stata crivellata con almeno 400 colpi che, a conti fatti, hanno causato un solo morto (che D1io l'abbia in gloria): ma come è possibile?

Credo che commenti di questo tipo possano venire soltanto da persone senza morale e senza valori. Persone che fanno della demagogia l’unico strumento di discussione. Persone che rendono questo paese la patria delle contraddizioni. Di fronte a comportamenti di questo tipo mi vergogno di essere un loro connazionale.

Purtroppo non basta l’azione di persone eccezionali, che lavorano lontano dai riflettori, per ristabilire giustizia. E’ necessario che queste persone muoiano, anche due volte, se una non basta.
Matteo (MN)
......

Lettera 17
Chi ha detto che i segreti di Fatima erano tre. Quattro sono , e la pastorella ora coinvolta si chiama Sgrena. Prima di svelarlo però porterà la tiratura del Manifesto ai massimi , e solo dopo ammetterà che tutto era frutto di mere supposizioni . Giuridicamente dovrebbe essere inammissibile la sua testimonianza , troppo inquinata infatti dal suo antiamericanismo viscerale . Una ideologia che le fa vedere 400 bossoli in terra (sic), quando invece a colpire è stato un solo misero proiettile e magari pure vagante , o come quando in una prima intervista la si sente dire che l’eroe morto per proteggerla gli era caduto addosso dopo essere stato colpito e non già volontariamente proteso verso di lei per proteggerla .

Solo dopo, quando si è accorta che avrebbe leso la memoria di un eroe, ha cambiato versione e ha ammesso che sì, tutto sommato l’uomo si era immolato per lei. Ma davvero crede di essere così importante da scatenare un incidente internazionale dalle conseguenze catastrofiche? E perché attribuisce solo all’insipienza balistica degli americani lo scampato pericolo negando l’evidenza di un ragionamento logico là dove si prevede che comunque sia un bersaglio vero va colpito magari portando a termine lo sporco lavoro in più riprese. Evidentemente bersaglio non era, se no sarebbe solo masochismo puro l’atteggiamento degli americani che l’hanno poi accudita amorevolmente nel loro ospedale.

Piuttosto la signora ci lasci piangere un eroe e si senta in colpa per tutta la vita, altro che pontificare da mane a sera supportata da quel sodale Pier colpito da improvvisa sindrome da notorietà e propenso a dichiarare guerra agli Stati Uniti .
fra.zop.

----

   By Luna martedì 08 marzo 2005 - 10:21

tristezza:(

   By Joker venerdì 11 marzo 2005 - 00:31

ammesso che sia vero, quale sarebbero state mai
le informazioni per cui gli usa l'avrebbero
uccisa?

1) george bush tradisce la moglie?
2) gli usa hanno fatto sta guerra per il
petrolio?
3) nelle prigioni gli americani hanno picchiato i
prigionieri?
4) saddam preso e' un sosia
5) bin laden e' frocio?


Se proprio dovevano ucciderla, uccidevano tutti
per benino e poi davano la colpa agli iracheni,
no? magari una bombetta.

   By Tyler martedì 15 marzo 2005 - 10:45

O una tuba :D

"Del riscatto? Non me ne frega niente. Mi interessa solo che sono stata liberata";. Così Giuliana Sgrena, in un'intervista all'Ansa. Comprensibile che pensi così, la propria pelle è una gran bella invenzione, e chi di noi è senza peccato...; meno comprensibile che lo dica pubblicamente, se non altro per rispetto dei contribuenti italiani (è vero che abbiamo tirato fuori sì e no 20 centesimi a testa, ma questi sono i conti della serva).

Un lettore del sito ha giustamente fatto riferimento alla sindrome di Stoccolma (quella per cui si crea un sottile filo di dipendenza psicologica dei sequestrati nei confronti dei rapitori); è inutile pretendere che la Sgrena si metta a proclamare ai quattro venti che i rapitori sono dei delinquenti, bastardi, ecc. Più seriamente, i giornalisti dovrebbero evitare ad un fresco reduce di sequestro di richiedere giudizi che forse potrà dare a mente fredda più avanti.

Men che meno si dovrebbe alimentare la sequela di interpretazioni stile fantasy, che abbiamo visto anche nella Piccola Posta, sia pure, alcune, stuzzicanti o divertenti.

Più che tentare di spiegare dalle nostre case, senza avere elementi di conoscenza, come è nato lo scontro a fuoco, è meglio cercare di capire come nascono i rapimenti. Quando furono rapiti Quattrocchi e gli altri, non ci furono cortei dei sindacati, tutti i sinistri dicevano "sono mercenari, se stavano a casa non gli succedeva";. Visto che avevano sbagliato a rapire elementi presumibilmente filogovernativi, hanno svoltato a 180 gradi, e lì la scelta è stata giusta: rapisci uno anche solo vagamente a sinistra, meglio se donna, e si mobilita tutta la sinistra, i sindacati, il Presidente della Repubblica, persino il Papa, marce, fiaccolate, accendinate, striscioni negli stadi, festival musicali e quant'altro.

Qualcuno chiedeva, giorni addietro, perché vengono rapiti quelli di sinistra: fate due più due e la risposta è immediata.
Marco Scholz

Lettera 13 - da Dagospia 14 Marzo 2005

   By Aussie martedì 15 marzo 2005 - 11:42

Guarda,ce ne sarebbe da scrivere.

Scusa se vado un pochino OT:
Ieri sera tornando a casa ho sentito per radio che in Cina ci sono dalle 10000 alle 15000 esecuzioni l'anno per motivi politici/religiosi/opinione.
59 giornalisti assassinati e la maggior parte (non hanno specificato) in Russia,Cina,paesi balcanici e cuba.

Bah eppoi mi vengono a fare la morale sulle morti di serie a e di serie b

   By Tyler martedì 15 marzo 2005 - 11:52

Ma questi muoiono nei paesi di sinistra e non fanno testo e tantomeno notizia ;)

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