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MAI DIRE NET Forum: ::= RECENSIONI =::: MUSICA: Nightwish - Dark Passion Play (2007)
   By Beast (87.4.121.112 - 87.4.121.112) mercoledì 24 ottobre 2007 - 12:59

Orfani del soprano Tarja Turunen (causa del mio "non-ascolto" dei Nightwish fin'ora, dato che la ragazzona nordica mi è sempre stata antipatica a pelle, sarà perchè ultimamente passava più tempo a disegnar linee di gioielli e a cena con la Presidentessa della Finlandia che con la band, ma anche perchè non ho mai trovato il suo stile lirico sposarsi particolarmente bene con le basi metal dei NW... i ragazzi l'han licenziata proprio perchè sembra fosse diventata troppo interessata al lato mondano ed economico della vita da rockstar), con una mossa azzardata, i finlandesi Nightwish hanno selezionato su oltre mille candidate la sua erede nella sconosciuta svedese Anette Olzon, operando un drastico cambio di rotta. Per un gruppo noto come i Nightwish sarebbe stata una manovra molto facile reclutare un altro soprano (dato anche lo scarso apporto creativo di Tarja, sempre più semplice esecutrice dei brani). Invece, Holopainen e compagni hanno operato un rischioso cambio di rotta. Il coraggio dimostrato ha dato i suoi frutti, tra i migliori che mi sia capitato di raccogliere negli ultimi tempi.
Il nuovo album dei Nightwish, Dark Passion Play, si può considerare un capolavoro a prescindere dalle doti vocali di Anette (peraltro notevoli) . Lo stile più rock ma con la voce limpida di Anette (dai denigratori e nostalgici definito "alla Corrs" o "Britney-goes-metal" ... insulsi insulti peraltro ben poco motivati) ben si adatta alla maestria degli altri quattro membri del gruppo, e ci invoglia nell'immersione completa nella musica. Sarebbe erroneo inoltre definire DPP un album metal o symphonic-metal a prescindere, anzi, molti brani hanno tutt'altro tono, ma vediamo con ordine.
In apertura troviamo subito quella che molti han definito la miglior canzone dei Nightwish di sempre, The Poet and the Pendulum, unica suite dell'album, maestosa e delicata assieme, con un ritornello che vi rimarrà in testa per giorni, e chiaramente ispirata al " Pozzo e il Pendolo" di E.A.Poe. Divisa in cinque sezioni (di cui una cantata dalla seconda voce del gruppo, il bassista Marco Hietala) narra dell'immaginaria morte e rinascita di Tuomas Holopainen, il tastierista e leader. Una gemma nella gemma. A seguire, i Nightwish mandano un messagio diretto alla loro ex-compagnia, con un hard rock piuttosto tirato, cantato (oserei dire cavallerescamente, evitando l'incombenza sgradevole ad Anette) principalmente da Marco. Anche in questo caso il ritornello è molto orecchiabile, e la cadenza oserei dire spingerà molti a ballare per la stanza. Non per niente ne è stato tratto un singolo. A seguire, il secondo singolo. Che dire... non riesco a smettere di ascoltare Amaranth, se devo esser sincero, e vi basti sapere che mi son procurato al volo la partitura. Dopo Amaranth, Cadence of Her Last Breath ci racconta degli ultimi attimi di vita di una farfalla, ma non con la delicatezza che potremmo aspettarci. La cadenza è epica, le chitarre distorte, Anette ci regala altre emozioni. Nel complesso, il brano segue la scia di Amaranth, magari con un pò meno gusto. Forse qualche eco Evanescence, ma bisogna ricordare che i Nightwish han una decina di anni più dei colleghi americani, e ben altra competenza strumentale. E direi che si sente... Master Passion Greed è un altro attacco diretto, non a Tarja, ma al suo marito e manager Marcelo Cabuli. Il brano è metal, questa volta duro e trash, ad eccezione del ritornello corale (notare come siano solo i quattro membri superstiti a inviare questa cartolina). Non per tutti i palati, ma decisamente un buon brano. A seguire, Eva, il primo singolo, oserei dire un regalo alla voce di Anette, con il quale veniva presentata al mondo il giorno dopo l'annuncio sul sito ufficiale del suo nome e del suo nuovo status. Un brano commovente, delicatissimo, che parla dei maltrattamenti all'infanzia, uscito solo in formato digitale ed il cui ricavato è andato completamente in beneficienza. Vi entrerà nel cuore, e qualche lacrimuccia potrebbe spuntare.
La seconda metà dell'album sembra quasi un viaggio attorn al mondo. Si apre con due brani a tema orientaleggiante, Sahara, un ottimo hard rock cadenzato (la cui sezione centrale ricorda forse un pò troppo da vicino l'inciso di Perfect Strangers dei Deep Purple), ed ispirato alle "Mille ed un notte", e la ancor più marcatamente arabeggiante (ma meno riuscita) "Whoever brings the night" (direi un pò Iron Maiden, un pò Stratovarius... ). For the Heart I Once Had deve esser il brano che ha fatto tacciare i Nightwish di ispirarsi ai Corrs... In effetti non me la sento di negarlo, ma non mi sento neppure di negare che i Corrs sappiano fare ottima musica, certamente più commerciale di quel che ci aspetteremmo dai NW, potrebbe piacere anche (forse soprattutto) a chi non è fan del gruppo. Dopo questo intermezzo, il viaggio intorno al mondo continua con due splendidi lavori: The Islander, romantica e delicata storia di un anziano e solitario guardiano del faro, con una cadenza celtica acustica (chitarre, flauti, "fiddle" e morbidi tappeti d'archi) come ci potremmo aspettare dai Blind Guardian o dai Blackmore's Night. Ascoltandola (e guardando lo splendido ritratto del booklet) non potrete fare a meno di esser trasportati su quell'isola, con il faro che illumina il mare in tempesta. E gli effetti sonori della tempesta ci portano verso la strumentale "Last of the Wilds", che riprende alla maniera celtica il tema di "The Poet and the Pendulum" (curiosamente, anche questa di riprendere il tema principale verso la fine del disco in versione strumentale è un'abitudine dei Blackmore's Night). Bellissima, basata su un lungo assolo di violino e cornamusa (con una solida ritmica di chitarra elettrica), piacerà a moltissimi (e anche qui si balla!!!). A me che son italiano ha anche riportato alla mente, in chiave più tosta, qualcosa della PFM... Saranno anche gli inserti di spinetta e flauto, non so... so che rapisce, e questo mi basta...
7 Days to the Wolves è a mio giudizio l'unico brano veramente poco riuscito del CD, una cosa epica senza infamia nè lode, con i soliti - stavolta eccessivi - cori sintetici di tastiera e le voci urlate al cielo e tutti gli altri clichè del genere, incluso l' "Assolone" che è fortunatamente piuttosto breve e le smitragliate di doppia cassa... un pò parodistico, forse. Si salva comunque per qualche inciso ed il finale strumentale. A chiudere abbiamo Meadows of Heaven, ballad molto bella, anche nel testo (la descrizione di un sonno: "Chiudo gli occhi - La lanterna muore - Profumo di risveglio - Miele selvatico e rugiada" ... quasi zen )
Un ottimo album, veramente, le cui poche pecche sono lacune sono ampiamente riempite da momenti di grande musica . Raramente compro dischi nuovi, ma questa volta ho ceduto alla tentazione, dato il valore dell'opera. Suggerisco inoltre di procurarvi l'edizione speciale a due CD (una ventina di euro la spesa), con il secondo composto interamente dalle versioni strumentali, senza cantato, dei brani del disco, che diventano un ottimo sottofondo da ascoltare anche senza impegno. Da segnalare che di Eva, Amaranth e Meadows of Heaven esistono inoltre versioni prettamente orchestrali (regitrate dalla London Session Orchestra, ospite fissa del disco) reperibili in ulteriori edizioni speciali o sul singolo di Amaranth.

   By Beast (87.4.121.112 - 87.4.121.112) mercoledì 24 ottobre 2007 - 13:01

"ex-compagnia" ... una I di troppo, pardon :D

   By Beast (87.4.121.112 - 87.4.121.112) mercoledì 24 ottobre 2007 - 13:04

"le cui poche pecche sono lacune sono ampiamente riempite" Miracoli del COPINCOLLA :D

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